HISTORIA MILITARIS ROMAE    

GLADII POMPEII (I-II sec. d.C.)

Il gladio di tipologia Pompei, così convenzionalmente denominato in epoca moderna per la quantità di reperti rinvenuti nella città ricoperta dall'eruzione del Vesuvio del 79 d.C., si configura come un'arma che gradatamente si affiancò alla tipologia di gladio denominata Mainz, all'inizio del I secolo d.C.
Presenta come caratteristica distintiva rispetto ai modelli precedenti (tipologia hispaniensis/Mainz) i tagli paralleli (larghezza cm 4-5,5), e la punta non risulta più allungata come i modelli precedenti, ma termina in un triangolo quasi equilatero; la lama è più corta (dai 42 ai 50 cm) e dunque con una minor variabilità di misure rispetto agli hispaniensis/Mainz. Dunque esiste per questa tipologia di gladio una maggior standardizzazione produttiva rispetto ai precedenti, fermo restando quanto già scritto nella pagina Gladii hispaniensis – Mainz su l'artigianalità delle produzioni antiche e sulle esigenze belliche di determinati periodi, e sui retaggi produttivi che diedero vita a esemplari che si discostano dalle canoniche classificazioni moderne, da alcuni studiosi definiti "pseudo-pompeiani", e qui inseriti.
La tipologia appena descritta del Pompei si presume venga utilizzata fino alla metà del II secolo d.C., quando, pur non variando sostanzialmente di forma, la lama tende ad allungarsi progressivamente raggiungendo una misura standard variabile tra i 68 e i 71 centimetri e il triangolo della punta risulta meno acuto. Questo "nuovo" tipo di spada differiva in maniera sostanziale nell'impugnatura: dai classici pomelli ovalizzanti della tradizione romana, si passò a pomelli ad anello, tanto da far chiamare questo tipo di arma dagli studiosi moderni "ringknaufschwert" (spada con pomo ad anello) e che anticipa, o meglio si sovrappone, l'introduzione dell'uso delle spathae, anche da parte delle fanterie.
L'impugnatura, il fodero, le relative applicazioni e decorazioni, sono attribuibili ai singoli modelli di gladio, solo quando rinvenuti con la lama, o quando hanno caratteristiche tali riferite alla misura della lama da far comprendere a quale tipologia di gladio fossero appartenuti i reperti, o se aventi caratteristiche stilistiche ben precise.

Gladi di tipologia Mainz (al centro) e Pompei (a destra), esposti con parziali integrazioni delle parti di legno.
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(Cortesia Museum Het Valkhof - Nijmegen-NL)

Gladio rinvenuto insieme ad un pugio, doppio cingulum, sacca con dolabra e altri attrezzi, il tutto probabilmente appartenuto ad un marinaio della flotta di Miseno e impegnato nelle operazioni di soccorso della popolazione di Ercolano durante l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.; lo scheletro del soldato e i relativi reperti, sono stati rinvenuti nei pressi di un’imbarcazione nell’antico
porto di Ercolano, insieme ad altri scheletri di persone morte mentre attendevano di essere imbarcate.
Il gladio presenta il fodero ricoperto da una serie di placche decorative e pomolo di ferro con decorazioni in argento; lunghezza cm 70, larghezza cm 9, spessore cm 4.
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(Su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - Soprintendenza di Pompei)

Lama di gladio del tipo Pompei; lunghezza del reperto 67 cm; notare il restringimento centrale della lama che dunque fa di questo reperto un elemento di raccordo tra i gladi cosiddetti Mainz e la tipologia Pompei.
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(Landesmuseum - Mainz-D. - Cortesia M. Jurgen)

Altro gladio di tipo pompeiano, databile alla seconda metà del I secolo d.C., con leggera rastrematura della lama.
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(Cortesia Tiroler Landesmuseen - Innsbruck-A)

Esemplare la cui misura della lama è di cm 64, a cui sono da aggiungere cm 19,5 del codolo, databile al I secolo d.C. Nonostante le misure questo reperto presenta le caratteristiche tipiche della tipologia Pompei.
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(Cortesia Vindonissa Museum - Brugg-CH)

Gladio databile alla prima metà del I secolo d.C. Lunghezza del reperto cm 61,5, lunghezza della lama cm 50.
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(Collezione privata)

Gladio dal forte romano di Trimontium (Newstead-Scozia), e databile tra l'80 e il 100 d.C.;
la lama misura cm 49,50 e il codolo cm 16,85.
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(Cortesia National Museum of Scotland - Edinburgh-GB)

Magnifico esemplare di gladio del tipo Pompei; sulla lama, lunga cm 63,6, a puntinatura compaiono le scritte C. Valer[i] Pr[imi]/C.Valeri[i] Pri[mi] e C. Valeri[i] P[rimi] C. Raniu[s]/C. Vale[ri] Primi.Del fodero si conservano le placche di bronzo decorative traforate, montate con stagno, rappresentanti, quella superiore Marte e quella inferiore la Vittoria alata, con scudo e palme.
Databile alla seconda metà del I secolo d.C.
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(Cortesia e Copyright: © Christie's Images Limited)

Leggera convergenza dei tagli della lama su questo gladio databile al II secolo d.C.; 
lunghezza totale cm 68.
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(Cortesia Hermann Historica, International Auctioneers – Munich-D)

Gladio databile al II secolo d.C., lunghezza lama cm 47 cm, lunghezza totale cm 67,5.
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(Cortesia Hermann Historica, International Auctioneers – Munich-D)

Esemplare che presenta una lunghezza totale di cm 50 circa.
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(Cortesia Magyar Nemzeti Múzeum – Budapest-H)

Esemplare databile al II-III secolo d.C.; lunghezza cm 67, peso gr 574.
Notare l'allargamento della parte superiore della lama.
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(Cortesia Hermann Historica, International Auctioneers – Munich-D)

Gladio databile al II-III secolo d.C. Lunghezza della lama cm 47, lunghezza del codolo cm 9.
Rinvenuto con alcune decorazioni del fodero, che ricordano molto quelle utilizzate sulle bardature dei cavalli, mentre la pelta terminale viene spesso rinvenuta associata alle spathae successive.
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(Cortesia Hermann Historica, International Auctioneers – Munich-D)

Gladio la cui tipologia che sfugge alle classificazioni più utilizzate. Databile alla fine del II-inizio III secolo d.C. (come si può dedurre dal puntale a pelta del fodero rinvenuta con la lama), questo reperto lungo cm 64, presenta la punta che richiama i gladi Mainz di fine repubblica-primo impero (piuttosto lunga e con angoli molto smussati, cioè non tendenti al triangolare); i tagli della lama sono paralleli ma la stessa lama è molto larga (oltre i cm 6), a sezione lenticolare (non usuale in un Pompei) e di un peso di gr 1180, ben superiore ad un gladio di primo impero; inoltre presenta uno sbilanciamento in avanti che ne denuncia una costruzione pensata per un uso di taglio. Da alcuni studiosi viene definito tardo-Pompei a conferma dei limiti delle classificazioni.
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(Collezione privata)

L'impugnatura, il fodero, le relative applicazioni e decorazioni, sono attribuibili ai singoli modelli di gladio, solo quando rinvenuti con la lama, o quando hanno caratteristiche tali riferite alla misura della lama da far comprendere a quale tipologia di gladio fossero appartenuti i reperti, o se aventi caratteristiche stilistiche ben precise.
Per i reperti dove l'attribuzione sia incerto o impossibile, consultare la sezione Gladii (partis)

Frammenti di gladio del "tipo" Pompei.
Placca decorativa raffigurante un uomo barbuto con elmo (forse una divinità)
(cm 3,7 x 4,9) e le graffe del fodero.
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(Cortesia Archäologisches Museum Carnuntinum - Bad Deutsch-Altenburg-A)

Frammenti del medesimo fodero di cui sopra.
Palmetta decorativa (cm 4,5 x 4,4), parte terminale decorata del fodero (cm 3,6 x 5,6),
puntale dello stesso (cm 4,5); sotto, particolare della decorazione.
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Palmetta decorativa (cm 4,3 x 4), parte terminale decorata del fodero (cm 7,3 x 5,5), 
puntale dello stesso (cm 2,9).
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(Cortesia Archäologisches Museum Carnuntinum - Bad Deutsch-Altenburg-A)

Gladio con pomolo ad anello (ringknaufschwert nella catalagazione tedesca); lunghezza della lama cm 74,5, codolo cm 10,4, pomello cm 4,4. Databile alla fine del I-inizio II secolo d.C.
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(Collezione privata)

Frammento di gladio ad anello, II-III secolo d.C.
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(Cortesia Aquincum Museum - Budapest-H)

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