HISTORIA MILITARIS ROMAE    

TORMENTA

Con la parola tormenta (dal verbo torcere, in riferimento alla torsione delle matasse elastiche che venivano utilizzate per il funzionamento), venivano indicate tutte le macchine belliche da getto, macchine che affiancarono il combattente romano nella sua lunga storia, soprattutto durante gli assedi.
Dalle rarissime e spesso non chiare indicazioni dateci dalle fonti e dall’iconografia (volutamente reticenti?), si evince che queste macchine potessero sparare sia dardi o giavellotti, come la catapulta (chiamata anche scorpio), sia palle di pietra o altro come la balista; altro strumento apparso in epoca tarda (o riapparso dopo un’oblio di tre secoli) era l’onager, una sorta di mortaio ad un braccio, che nel medioevo prenderà il nome di catapulta.
Per trasportare le più leggere di queste macchine si usavano dei carri denominati carrusbalista che permettevano di piazzare velocemente lo strumento nella posizione più utile al loro utilizzo.
Altri strumenti prettamente d’assedio erano l’ariete, lungo palo portato a braccia con cui si cercava di sfondare gli apprestamenti difensivi nemici; a volte questo strumento era agganciata ad una struttura di legno, munita di tettoia di riparo e ruote, prendendo così il nome di aries pensilis. Altro strumento d’assedio, erano le torri mobili (turres ambulatoriae), costruite su più piani e montate su ruote, e di un’altezza superiore alle mura che dovevano essere attaccate; solitamente la parte inferiore conteneva un’ariete, mentre la parte superiore alloggiava gruppi di soldati.
Fondamentali in questi anni per comprendere meccanismo e funzionamento di queste macchine, gli studi di Flavio e Ferruccio Russo, eseguiti partendo dalle fonti e dai pochi reperti giunti fino a noi.



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