HISTORIA MILITARIS ROMAE    

AQUILA

L'aquila era il simbolo più importante di tutta la storia di Roma, non solo in àmbito militare ma anche in quello politico, fatto testimoniato anche dalla corposa produzione monetaria che raffigura questo rapace. 
Dionigi di Alicarnasso (III, 61) ci tramanda che uno scettro con un'aquila su asta, venne utilizzato da Tarquinio Prisco.
Inizialmente ogni legione portava in battaglia cinque insegne (aquila, cavallo, minotauro, lupo, cinghiale; Plinio Historia Naturalis, X, 16); successivamente (sotto il Console Mario nel periodo della guerra contro i Cimbri, come ci ricorda Sallustio) a ciascuna venne assegnata una aquila, pare in argento in età repubblicana (con le saette in oro tra gli artigli), e in oro o placcata oro durante l'impero; la perdita dell'aquila (il cui portatore era detto aquilifer), oggetto di vera e propria venerazione da parte dei soldati, poteva causare lo scioglimento dell'unità, in quanto era da considerarsi alla stregua della perdita dell'intero reparto, dovendosi intendere l'aquila come vera e propria anima della legione; emblematico l'episodio dell'aquilifero della Legio X durante lo sbarco in Britannia (Cesare, De Bello Gallico, IV, 25), o anche gli sforzi fatti per recuperare le aquile perse nell'agguato di Teutoburgo nel 9 d.C., o ancora lo scioglimento di ben quattro legioni durante la rivolta batava del 70 d.C., colpevoli di aver consegnato le aquile ai rivoltosi.
Tranne rarissimi casi, l’aquila legionaria appare sempre isolata come se, all’occorrenza, il bastone di sostegno potesse essere arricchito e agghindato con altri elementi, forse in occasione di particolari ricorrenze, festività o parate.
L'aquila viene raffigurata volte ad ali basse, a volte ad ali alte, queste ultime con infilata a volte una corona di alloro; questa differenza di rappresentazione ha anche fatto supporre che, in alcuni periodi della storia di Roma, l'aquila legionaria potesse avere le ali mobili, alzabili ed abbassabili, a seconda che la legione fosse impegnata in azioni belliche o meno. 
Al pari di molti altri aspetti della vita antica e degli oggetti utilizzati, anche in questo caso dobbiamo affidarci a steli funebri, rilievi lapidei e monetazione per comprendere meglio questo aspetto;
numerosi i reperti di cui sopra giunti fino a noi, di cui riportiamo di seguito un quadro rappresentativo.

Particolare della stele funebre (databile al periodo claudio) di Lucius Sertorius Firmus
di Verona, aquilifero della Legio XI Claudia Pia Fidelis; nell'immagine l'aquila,
con le ali alzate e i fulmini tra gli artigli.
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(Civico Museo Lapidario Maffeiano - Verona-IT. - Cortesia www.romanarmy.com)

Particolare della stele funebre di Gnaeus Musius di Veleia, aquilifero della Legio XIV Gemina;
nell'immagine l'aquila, con le ali alzate contornate da una corona, e i fulmini tra gli artigli.
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(Landesmuseum - Mainz-D. - Cortesia www.romanarmy.com)

Particolare della statua di Augusto detta di "Prima Porta".
Sulla corazza dell'imperatore è raffigurato l'episodio della restituzione delle insegne militari
perse da Crasso nel 53 a.C. a Carrae, da parte di Fraate IV, re dei Parti.
La raffigurazione mostra un'aquila legionaria con l'asta decorata da dischi (phalerae),
fatto inusuale dato che normalmente l'asta che regge l'aquila legionaria è raffigurata
priva di decorazioni.
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Particolare della stele funebre di Titus Flavius Surillionus, aquilifero della Legio II Adiutrix.
L'asta che regge l'aquila è priva di decorazioni.
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Possibile esemplare di aquila legionaria di epoca repubblicana rinvenuto ad Amiternum (L'Aquila).
Il reperto misura circa cm 30 di altezza e proverrebbe da un campo legionario.
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(Cortesia e concessione Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo-Chieti-IT
e cortesia Luca Palumbo)


Partocolari dai rilievi della Colonna Traiana, dove compaiono aquile legionarie;
in questo caso le aste compaiono sempre prive di qualsiasi elemento decorativo, a differenza di altre aste porta insegne, sempre ricche di phalerae, corone, cupole di frange, lune crescenti e altro.
Notare nella prima foto il piedistallo decorato con corona d'alloro e nella seconda le ali
completamente alzate, infilate in una corona.
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(Cortesia Museo della Civiltà Romana - Roma)

Particolare di una "lastra di distanza" (distance slabs) dal Vallo di Antonino (rilievi lapidei creati dai legionari per registrare i loro progressi nella costruzione muro del vallo) nel particolare di una di queste compare al centro un aquilifero che pianta a terra il bastone che sostiene l'aquila legionaria della Legio XX Valeria Victrix, mentre la Vittoria porge al becco dell'aquila una corona d'alloro.
Da Hutcheson Hill (Scozia).
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(Cortesia Hunterian Museum - University of Glasgow - Glasgow-GB)


Particolare del grandioso "Sarcofago di Portonaccio", che raffigura l'aquila legionaria della Legio IIII Flavia.
L'aquila poggia le zampe su una corona d'alloro la quale riporta un ovale con il numero della legione;
sotto alla corona una phalera.
Il sarcofago è celebrativo delle campagne marcomanniche
di Marco Aurelio nel 172-175 d.C. Databile al 180 d.C.
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(Museo Nazionale Romano - Palazzo Massimo - Roma-IT)

Sulla monetazione romana (vedi) l'aquila legionaria viene rappresentata sia con l'asta di
sostegno libera, sia arricchita e decorata.
 Denario di Nerone del 68 d.C.: al retro aquila legionaria tra due insegne;
l'asta dell'aquila risulta totalmente libera, eccezion fatta per la maniglia di trasporto.
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Asse di Galba 68 d.C.; al retro aquila legionaria tra due insegne;
l'asta dell'aquila risulta decorata da falera, mezzuluna, corona.

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Particolare della stele funebre di Felsonius Verus, aquilifero della Legio II Parthica, da Apamea
(Dinar-Dinan - Turchia). La particolarità della raffigurazione dell'aquila legionaria, che parrebbe 
essere posizionata dentro ad una gabbia, ha fatto ipotizzare che -almeno in questo particolare caso-
l'aquila fosse reale e viva.
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(The National Museum of Damascus-TR. - Cortesia www.lupa.at)

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